L'intervista di Tiziana Nicoletti
Intervista realizzata da Federica
Principalmente l’amore per la cucina e il desiderio di condividere ricette di famiglia, quelle che non cambiano, che fanno parte di una cultura del gusto che si tramanda da nonna a mamma, a figlia. Pecorella di Marzapane, tra l'altro, nasce anche dalla voglia di raccontare, a parole, attraverso sperimentazioni e fotograficamente, i miei pasticci tra i fornelli e tutti quei manicaretti pensati e fatti per le persone che siedono alla mia tavola e che amo.
Nasce quasi con me; è una storia d’amore che si sviluppa lungo le fasi della mia vita. Ricordo ancora il profumo del pandispagna fatto da mia madre e ricordo quanta passione e quante ore, già da bimba, trascorrevo sfogliando la sua enciclopedia di ricette e pensavo “questa prima o poi la farò”. Ho cominciato dai biscotti, e da piccolissima, avevo forse solo 12 o 13 anni quando già armeggiavo da sola con forno e formine. E poi, indelebile nella mente, ricordo le riunioni di famiglia, quando, ad esempio e proprio in questo periodo dell’anno, ci riunivamo dalla nonna – zie e nipoti, tutti - per fare i “pupi con l’uovo”, biscotti tipici pasquali. L’amore per la cucina è cresciuto con me e che si è evoluto seguendo il gusto e le mode del momento, perché la moda è un fatto anche “culinario”.
Pecorella di Marzapane è il modo migliore, così mi è parso, per dare inizio al tutto. Innanzitutto, il mio blog nasce a ridosso del periodo pasquale e “le pecorelle di marzapane” sono un dolce tipico che si prepara e si offre ai bambini, in particolare. Un nome che racchiude in se tanti ingredienti: il mio essere Siciliana, Palermitana, il mio essere golosa e desiderosa di cimentarmi nella creazione dei dolci, e il mio essere – caratterialmente – vicina a tratti ad una pecorella, ma con un animo così forte da venir fuori sotto forma di lupo. Una pecorella che non si lascia mangiare, ma morde la vita, che non bruca, ma offre a chi ama l’erbetta migliore.
La composizione e la chimica che ne regge fondamenta. Io, perito chimico per professione e grande amante della materia, che ribadisco alla prima buona occasione principi come “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” e “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”, ritengo di trovare applicazione di tali principi proprio in cucina: gli ingredienti che, come amabili sponsali, si fondono nel creare nuovi sapori e la mia azione del cucinare che, questa la mia vivida speranza, crea la reazione di piacevole stupore nei volti dei miei commensali.
In verità molte, e l’esperienza in sé è tra queste. Grazie al blog ho affinato la mia tecnica sia in cucina che in pasticceria, due mondi tanto vicini eppure così diversi, ho imparato che nulla deriva dal caso e che tutto può essere riequilibrato e diretto verso un buon risultato. Grazie a “Pecorella di Marzapane” ho conosciuto nel reale tante compagne blogger, compagne d’avventura che inizio a considerare vere e proprie amiche. E poi sul tema della scrittura, il mio blog mi ha regalato la visibilità che è servita a farmi conoscere dal Direttore di un giornale enogastronomico, Scelte di Gusto, e grazie a ciò, oggi, sono in redazione e posso scrivere di cibo e posso vivere esperienze bellissime come essere parte di una giuria tecnica ad eventi importanti come “Master Foodie Palermo 2014”, gara di cucina tra food blogger, che ha avuto luogo da poco e che mi ha permesso di conoscere chef del calibro di Peppe Giuffrè e Natale Giuta, giusto per citare due tra i grandi nomi presenti alla kermesse.
Con il Bimby la riuscita è pressoché assicurata; si tratta di un “giocattolino” prezioso e comodissimo sia per chi non sa bene muoversi tra i fornelli, sia per chi ama sperimentare a 360° nel mondo della gastronomia. E se penso a qualcosa da consigliare mi vengono subito in mente gli impasti per la panificazione, oppure muffin e cupcakes, pastefrolle, che si realizzano in pochi minuti senza quasi sporcare nulla – il che, per una donna come me che lavora ed ha poco tempo, non è un fattore da trascurare. Ma, dato che mi chiedete una ricetta in particolare, consiglio, tra quelle che ho realizzato, la “Crema di sedano e cipolla”, semplicissima eppure valida per tanti motivi: è un condimento dimagrante, da sostituire all’olio, ed ha proprietà diuretiche e depurative, oltre ad essere gustosa e molto buona.
Vivo e amo Palermo dalla nascita, amo tutto di questa città, nel bene e nel male, la amo per i suoi contrasti, per la cultura, per la collocazione geografica che ne fa una “signora” accomodata in riva al mare. Da un punto di vista del gusto, tanto da dire e da provare, posso, ad esempio, indirizzare alla degustazione dello street food palermitano: dallo sfincione alle panelle, da “u pani ca meusa” alla rosticceria palermitana. Sul mio blog ho raccontato diverse ricette su questo tema, ho parlato di sfincione, panelle, rollò al wurstel, schiacciata con ricotta e spinaci, ravazzate alla carne, giusto per citare alcune ricette già pubblicate, ma tanto ancora è nei miei pensieri e verrà prossimamente. Comunque, avendo un marito partenopeo e dal palato raffinato e votato ai gusti tipici della terra d’adozione, per onor di cronaca, mi sento di consigliare anche il suo piatto siciliano preferito: la pasta con le sarde e il finocchietto selvatico, altro piatto che su “Pecorella di Marzapane” ha trovato diversi consensi.
La fotografia è quello strumento che permette al piatto di “parlare”, di raccontare di sé e del suo gusto, oltre all’aspetto, della sua consistenza, per cui è fondamentale. Non sono una professionista, ma se vengo chiamata a dare un consiglio posso raccontare come faccio io: fotografo il piatto inquadrandolo normalmente in primi piani, evitando orpelli e inquadrature larghe che possano distrarre l’attenzione dal protagonista; quando posso, fotografo usando la luce naturale che è sempre la migliore ed è quella che fa risaltare di più i colori; fotografo cercando di guardare il piatto come se fossi seduta a tavola, dalla prospettiva/angolatura che ha il commensale, così da cercare di ottenere una foto che “ispira” l’osservatore all’assaggio virtuale; infine, faccio sempre una foto della pietanza dopo averla tagliata in parti o fette, così da mostrare l’interno (nel caso di prodotti da forno l’alveolatura di lievitazione, nel caso di torte la farcitura, e via discorrendo) e tentare di regalare quall’attimo di golosità in più.
Un gesto d’amore. È dare, prima ancora che ricevere. Cucinare è un gesto semplice, quotidiano, si cucina per necessità, per soddisfare il bisogno umano di cibarsi, eppure cucinare può anche diventare un gesto dal carattere più sfaccettato. Lo si può fare per dovere; io lo faccio per piacere e mi dedico alla cucina regalando a “lei” i giusti tempi. Tra i fornelli divento paziente, inventiva, mi rilasso e mi diverto, ritrovo un mio equilibrio che diviene una poesia di sapori da offrire prima a colui che amo e poi a coloro i quali vengono ospiti in casa nostra.
Siate audaci, in cucina, e siate arditi nella scelta della mescolanza dei sapori, perché solo con la sperimentazione si riesce ad inventare qualcosa di nuovo, di diverso, di buono. La cucina non è un luogo cupo e inospitale, è un palcoscenico dove portare in scena le proprie emozioni, dove rappresentare le proprie scelte, dove dar vita ad una grande verità: noi siamo ciò che mangiamo!
Abbiamo intervistato Tiziana Nicoletti!
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Ciao Tiziana Nicoletti, raccontaci...
Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?
Principalmente l’amore per la cucina e il desiderio di condividere ricette di famiglia, quelle che non cambiano, che fanno parte di una cultura del gusto che si tramanda da nonna a mamma, a figlia. Pecorella di Marzapane, tra l'altro, nasce anche dalla voglia di raccontare, a parole, attraverso sperimentazioni e fotograficamente, i miei pasticci tra i fornelli e tutti quei manicaretti pensati e fatti per le persone che siedono alla mia tavola e che amo.
Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?
Nasce quasi con me; è una storia d’amore che si sviluppa lungo le fasi della mia vita. Ricordo ancora il profumo del pandispagna fatto da mia madre e ricordo quanta passione e quante ore, già da bimba, trascorrevo sfogliando la sua enciclopedia di ricette e pensavo “questa prima o poi la farò”. Ho cominciato dai biscotti, e da piccolissima, avevo forse solo 12 o 13 anni quando già armeggiavo da sola con forno e formine. E poi, indelebile nella mente, ricordo le riunioni di famiglia, quando, ad esempio e proprio in questo periodo dell’anno, ci riunivamo dalla nonna – zie e nipoti, tutti - per fare i “pupi con l’uovo”, biscotti tipici pasquali. L’amore per la cucina è cresciuto con me e che si è evoluto seguendo il gusto e le mode del momento, perché la moda è un fatto anche “culinario”.
Perché hai scelto il nome « La pecorella di marzapane » come titolo del tuo blog?
Pecorella di Marzapane è il modo migliore, così mi è parso, per dare inizio al tutto. Innanzitutto, il mio blog nasce a ridosso del periodo pasquale e “le pecorelle di marzapane” sono un dolce tipico che si prepara e si offre ai bambini, in particolare. Un nome che racchiude in se tanti ingredienti: il mio essere Siciliana, Palermitana, il mio essere golosa e desiderosa di cimentarmi nella creazione dei dolci, e il mio essere – caratterialmente – vicina a tratti ad una pecorella, ma con un animo così forte da venir fuori sotto forma di lupo. Una pecorella che non si lascia mangiare, ma morde la vita, che non bruca, ma offre a chi ama l’erbetta migliore.
Cosa ti seduce in una ricetta ?
La composizione e la chimica che ne regge fondamenta. Io, perito chimico per professione e grande amante della materia, che ribadisco alla prima buona occasione principi come “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” e “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”, ritengo di trovare applicazione di tali principi proprio in cucina: gli ingredienti che, come amabili sponsali, si fondono nel creare nuovi sapori e la mia azione del cucinare che, questa la mia vivida speranza, crea la reazione di piacevole stupore nei volti dei miei commensali.
Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog ?
In verità molte, e l’esperienza in sé è tra queste. Grazie al blog ho affinato la mia tecnica sia in cucina che in pasticceria, due mondi tanto vicini eppure così diversi, ho imparato che nulla deriva dal caso e che tutto può essere riequilibrato e diretto verso un buon risultato. Grazie a “Pecorella di Marzapane” ho conosciuto nel reale tante compagne blogger, compagne d’avventura che inizio a considerare vere e proprie amiche. E poi sul tema della scrittura, il mio blog mi ha regalato la visibilità che è servita a farmi conoscere dal Direttore di un giornale enogastronomico, Scelte di Gusto, e grazie a ciò, oggi, sono in redazione e posso scrivere di cibo e posso vivere esperienze bellissime come essere parte di una giuria tecnica ad eventi importanti come “Master Foodie Palermo 2014”, gara di cucina tra food blogger, che ha avuto luogo da poco e che mi ha permesso di conoscere chef del calibro di Peppe Giuffrè e Natale Giuta, giusto per citare due tra i grandi nomi presenti alla kermesse.
Hai dedicato una rubrica alle ricette per il Bimby. Potresti consigliare a tutti i nostri lettori una ricetta con questo strumento?
Con il Bimby la riuscita è pressoché assicurata; si tratta di un “giocattolino” prezioso e comodissimo sia per chi non sa bene muoversi tra i fornelli, sia per chi ama sperimentare a 360° nel mondo della gastronomia. E se penso a qualcosa da consigliare mi vengono subito in mente gli impasti per la panificazione, oppure muffin e cupcakes, pastefrolle, che si realizzano in pochi minuti senza quasi sporcare nulla – il che, per una donna come me che lavora ed ha poco tempo, non è un fattore da trascurare. Ma, dato che mi chiedete una ricetta in particolare, consiglio, tra quelle che ho realizzato, la “Crema di sedano e cipolla”, semplicissima eppure valida per tanti motivi: è un condimento dimagrante, da sostituire all’olio, ed ha proprietà diuretiche e depurative, oltre ad essere gustosa e molto buona.
Vivi a Palermo dalla nascita. Potresti consigliare a tutti i nostri lettori una ricetta legata alla tradizione cucinaria siciliana ?
Vivo e amo Palermo dalla nascita, amo tutto di questa città, nel bene e nel male, la amo per i suoi contrasti, per la cultura, per la collocazione geografica che ne fa una “signora” accomodata in riva al mare. Da un punto di vista del gusto, tanto da dire e da provare, posso, ad esempio, indirizzare alla degustazione dello street food palermitano: dallo sfincione alle panelle, da “u pani ca meusa” alla rosticceria palermitana. Sul mio blog ho raccontato diverse ricette su questo tema, ho parlato di sfincione, panelle, rollò al wurstel, schiacciata con ricotta e spinaci, ravazzate alla carne, giusto per citare alcune ricette già pubblicate, ma tanto ancora è nei miei pensieri e verrà prossimamente. Comunque, avendo un marito partenopeo e dal palato raffinato e votato ai gusti tipici della terra d’adozione, per onor di cronaca, mi sento di consigliare anche il suo piatto siciliano preferito: la pasta con le sarde e il finocchietto selvatico, altro piatto che su “Pecorella di Marzapane” ha trovato diversi consensi.
Le tue foto sono magnifiche : che consiglio daresti ai nostri lettori per riuscire a fare delle belle foto ?
La fotografia è quello strumento che permette al piatto di “parlare”, di raccontare di sé e del suo gusto, oltre all’aspetto, della sua consistenza, per cui è fondamentale. Non sono una professionista, ma se vengo chiamata a dare un consiglio posso raccontare come faccio io: fotografo il piatto inquadrandolo normalmente in primi piani, evitando orpelli e inquadrature larghe che possano distrarre l’attenzione dal protagonista; quando posso, fotografo usando la luce naturale che è sempre la migliore ed è quella che fa risaltare di più i colori; fotografo cercando di guardare il piatto come se fossi seduta a tavola, dalla prospettiva/angolatura che ha il commensale, così da cercare di ottenere una foto che “ispira” l’osservatore all’assaggio virtuale; infine, faccio sempre una foto della pietanza dopo averla tagliata in parti o fette, così da mostrare l’interno (nel caso di prodotti da forno l’alveolatura di lievitazione, nel caso di torte la farcitura, e via discorrendo) e tentare di regalare quall’attimo di golosità in più.
Per te cucinare è....
Un gesto d’amore. È dare, prima ancora che ricevere. Cucinare è un gesto semplice, quotidiano, si cucina per necessità, per soddisfare il bisogno umano di cibarsi, eppure cucinare può anche diventare un gesto dal carattere più sfaccettato. Lo si può fare per dovere; io lo faccio per piacere e mi dedico alla cucina regalando a “lei” i giusti tempi. Tra i fornelli divento paziente, inventiva, mi rilasso e mi diverto, ritrovo un mio equilibrio che diviene una poesia di sapori da offrire prima a colui che amo e poi a coloro i quali vengono ospiti in casa nostra.
Un'ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?
Siate audaci, in cucina, e siate arditi nella scelta della mescolanza dei sapori, perché solo con la sperimentazione si riesce ad inventare qualcosa di nuovo, di diverso, di buono. La cucina non è un luogo cupo e inospitale, è un palcoscenico dove portare in scena le proprie emozioni, dove rappresentare le proprie scelte, dove dar vita ad una grande verità: noi siamo ciò che mangiamo!
Grazie Tiziana Nicoletti per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Federica - 18/04/2014
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