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L'intervista di Roberto Berti



Intervista realizzata da Federica Intervista realizzata da Federica

Abbiamo intervistato Roberto Berti!

Visita il blog: Un rafano sul divano.


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Ciao Roberto Berti, raccontaci...


Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?


E' nato così per caso. Un giorno, mentre ero alla ricerca di una ricetta, mi sono imbattuto su una pubblicità per la creazione di blog personali, mi son detto perchè no?
E' un modo per condividere con i miei amici (alcuni si trovano dall'altra parte del mondo) la mia passione e le mie ricette. E così è nato il mio primo blog, che poi piano piano ha preso forma fino alla versione definitiva nata ormai quasi due anni fà.

Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?


Sin da quando ero piccolo sono stato sempre affascinato dalla cucina, mia nonna materna "romagnola" DOC mi deliziava con i suoi manicaretti e mia madre mi ha fatto conoscere la vera cucina "romana".
Vederle armaeggiare in cucina mi ha sempre incuriosito, specialmente il rito domenicale di preparare la pasta all'uovo. La maestria nell'allargare la sfoglia senza romperla e la velocità nel taglio.
All'età di 6 anni chiedo alla befana il "dolce forno" da lì in poi la mia curiosità verso questo mondo è cresciuta di giorno in giorno fino a quando, mia moglie mi ha regalato il primo corso di cucina (lei ritiene di averlo fatto come forma di investimento) e da allora è stato un susseguirsi di esperienze nel mondo del food.

Come definiresti la tua cucina ?


Creativa ed originale, mi piace inventare sempre nuovi piatti, osare negli abbinamenti.
Difficilmente ripropongo gli stessi piatti, ogni volta c'è qualcosa di nuovo: una spezia, un ingrediente nuovo e così via.
Mi piace molto prestare attenzione alla presentazione perchè è proprio vero che "anche l'occhio vuole la sua parte".

Perché hai scelto il nome « Un rafano sul divano» come titolo del tuo blog? Questo titolo ha un significato speciale per te?


Il titolo è curioso per un blog di ricette ed è nato per caso, nel corso dell'edizione del 2012 del Salone del Gusto ero con un altri foodblogger "affermati" di ritorno da una degustazione quando uno di questi tira fuori il suo biglietto da visita che recitava "home stylist e foodblogger", da qui abbiamo iniziato a creare abbinamenti tra oggetti della casa e quelli più propriamente legati al food, all'improvviso è uscito fuori "un rafano sul divano", l'ho sentito subito mio e da quel momento è diventato il nome del mio blog.
Un grazie particolare a Valentina Varini de "La cuoca pasticciona" perchè senza il suo biglietto da visita non avrei ora il miobel nome.

Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog ?


La partecipazione alla trasmissione televisiva "Questo l'ho fatto io" del Gambero ROsso Chanel. E' stata una bellissima esperienza, mi sono divertito molto e che risate nel rivedermi in TV.
Inoltre, vedere la tua preparazione valutata (per fortuna positivamente) da un chef professionista è una gran bella soddisfazione.

Sei un ingegnere informatico con passione per la cucina. Come riesci ad unire l'informatica e il linguaggio dei computer con la cucina?


Bella domanda, diciamo che con il passare del tempo la passione per l'informatica ha lasciato il posto alla cucina, ma l'avere un background tecnico mi aiuta a destreggiarmi tra i meandri delle tecnologie e di internet. Diciamo che forse quello che accomuna i miei studi con la mia passione è l'approccio verso le preparazioni, la ricerca del perchè succede una determinata cosa in cucina, capire le varie reazioni, quali temperature utilizzare e perchè, ecc...

Una delle tue rubriche é dedicata allo" steet food". Cosa ne pensi di questo modo di mangiare? Hai una ricetta di steet food da consigliare ai nostri lettori?


E' ormai diventata una moda, probabilmente dettata anche dai ritmi frenetici che viviamo e che ci portano sempre più spesso a passare molto tempo fuori casa. Sfruttando questo nuovo stile di vita, molti hanno saputo costruire il proprio successo proponendo qualcosa di diverso dal solito spuntino, un pasto gustato "al volo" che potesse regalare emozioni e soddisfare il palato.
La mia proposta per uno street food è una ricetta molto amata delle mie bimbe, sono degli spiedini fatti con bocconcini di rana pescatrice avvolti nello speck scottati in padella ed intervallati da prugne secche.

Qual è stata la tua più grande sfida culinaria ?


La preparazione del panettone! Era una cosa che mi frullava in testa da diversi anni, più di una volta ho provato a cercare su internet ricette, trucchi, consigli per realizzarlo in casa ma poi alla fine lasciavo sempre stare perchè lo trovavo troppo difficile. Un giorno invece ho avuto la fortuna di partecipare ad un corso tenuto da Raffaele Pignataro un foodblogger (Il Crudo e il Cotto) con una marcia in più sui lievitati e da quel giorno mi si è aperto un mondo ed alla fine sono riuscito a preparare anche io questo fantastico dolce per amici e parenti
P.S. la versione con fichi secchi al rum e gocce di cioccolato ha avuto un successone.

Per te cucinare è....


Un antistress, mi chiudo nel mio mondo con le mie idee, spesso sono piatti che mi frullano in testa per moltissimo tempo fino a quando non trovo la quadaratura del cerchio ed allora inizio la preparazione. Il momento migliore è la prova assaggio dei miei giudici: mia moglie e le mie due bambine, che non si lasciano intenerire e a volte sono molto severi Cracco, Barbieri e Bastianich in confronto sono angioletti!

Un'ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?


Non dimenticate che abbiamo la fortuna di vivere in un paese in cui il cibo è un patrimonio immenso, abbiamo tantissimi prodotti di eccellenza che spesso sono sconosciuti. Andiamo a scoprire il territorio anche dal punto di vista del cibo, scambiamo qualche parola con i produttori per capire fino in fondo il prodotto, capire cosa c'è dietro e riuscire quindi a sfruttarlo al meglio.
In cucina la qualità ripaga e garantisce la buona riuscita di un piatto.
E poi come dice Mauro Uliassi "E’ meraviglioso cucinare con il cuore gonfio d’amore per qualcuno. Perché poi, cucinare, è proprio questo, sia che lo si faccia per 100 persone, sia che lo faccia la nonna per il nipote. E’ un gesto d’amore.
E’ come l’amore stesso e le similitudini sono infinite. A partire dal fatto che è l’unica arte in cui tutti e cinque i sensi sono attivati e ricettivi. Tu prepari qualcosa che la gente mette dentro di se’, crei una profonda intimità tra le persone che rende la cucina un atto amoroso. E se qualcosa va storto e il risultato non è quello che ti aspetti, la delusione è la stessa di un bacio o una carezza rifiutata.
La vita stessa è fatta di questi due elementi base: il cibo e l’amore. Non hai altro che ti permette di vivere. Le altre arti sono infrastrutture ma senza questi due elementi si muore. Chi ama cucinare quindi è molto fortunato perché vive e si alimenta di questi due elementi nel suo quotidiano."



Grazie Roberto Berti per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Federica - 24/04/2014



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