L'intervista di Fausto Morabito Carioti
Intervista realizzata da Federica
Lo stimolo è nato da mille sollecitazioni di amici e dal piacere della condivisione, elemento essenziale per un "animale sociale" quale mi ritengo.
Conoscere e divulgare ed arricchirsi delle conoscenze e condivisioni altrui, momenti di confronto e crescita, nulla di meglio.
Dalle sapienti mani di mio papà Pietro, i cui occhi brillavano quando era in cucina a preparare, tutti i giorni, tornando dal lavoro.
Dalle domeniche, i cui ritmi venivano segnati dai profumi che si spandevano in casa quando mia madre soffriggeva patate, cipolle e guancia di manzo per farne un primo e secondo indimenticabili e, per iniziare a godere della festività preparava una sua versione di zuppa inglese con crema e savoiardi.
Dai profumi del forno a legna e le mani di mia zia Ciccilla che, ogni domenica, preparava maccheroni al ferretto e ragù con carne di capra, mentre le altre donne impastavano il pane ed infornavano anche il biscotto di grano.
Dalla voracità ed il piacere di vivere il cibo come momento di condivisione...
Una evoluzione su solide basi legate alla tradizione, al territorio ed alle eccellenze che meritano di far parte della cucina, assaggiare nuovi sapori ed integrarli con quelli che fanno parte del vissuto.
E' una forma di ringraziamento ai fornelli che mi hanno "formato", la casa come fucina in cui è nato l'amore per il cibo ed il piacere di stupire gli ospiti e di "viziare" mia moglie Anna.
La "mia casa" intesa come il mio modo di concepire il cibo e servirlo ad ospiti, perchè il piacere di avere ospiti non sia solo tra le mura domestiche ma anche a chi varca la soglia del blog
Mi verrebbe da dire, spontaneamente, la prossima sfida ma, se dovessi fare una piccola "analisi" del mio giovanissimo blog dovrei dire l'essere stato scelto (a seguito di un contest) per una giornata al vinitaly 2014, da una prestigiosa casa vinicola.
Preparare 8 appetizers (dal dolce al salato, con bis di diversi sapori) per oltre 100 persone in un contesto professionale e rimanerne soddisfatto....
Non posso nascondervi che arrivare a Brescia nel 1983 è stato un piccolo trauma, per mille motivi ma, la mia indole e la mia voglia di rapportarmi con un nuovo ambiente mi ha fatto scoprire che anche uno "spiedo" potesse essere un'esperienza e che alcune semplici verdure (verze, coste, barba di frate,rucola, songino ....) rappresentavano nuovi sapori. Che non avere mai assaggiato un "Franciacorta" ed averlo a portata di mano e farlo diventare uno dei mie preferiti al pasto sia stato uno dei "passaggi obbligati", come il gustare rane fritte o una polenta taragna e mille altri nuovi sapori.
Nella mia esperienza personale la creatività ha sempre avuto un ruolo importante, ho qualche trascorso artistico ed amo improvvisare e cercare di stupire.
Non ho una formazione tecnica di base e la spontaneità è l'elemento su cui si basano molte mie azioni, anche in cucina..., mi capita di essere davanti al banco pesce ed avere voglia di preparare una cenetta "per uno" (anzi per UNA), ed ecco che chiamo mia moglie e le dico:"stasera va bene pesce?"
Il resto è legato a cosa vedo, immagino e mi ispira.....
Un paio di componenti in più sono i colori e le consistenze, in questo periodo e dico così perché, anche in cucina, le "variazioni" sono legate a periodi e nuovi prodotti che si incontrano, per darvi un'idea... ultimamente amo usare molto il pistacchio di Bronte.
Credo che la fotografia sia frutto di mille tentativi ed esperimenti, ho appena scritto (ad un ragazzo conosciuto su un gruppo FB) che per migliorare si deve provare e riprovare, cambiando condizioni di luce, aperture di diaframma e cercando di fare in modo che la fotografia renda un piatto "goloso", con i dettagli che l'occhio non vede quando lo porti in tavola (se la voglia di assaggiarlo vince sul desiderio dei particolari).
Iniziare a fotografare pomodori, insalate e piatti vuoti, fino a cominciare a capire che quella luce e quell'angolo rendono l'immagine che piace a noi.
Farei un torto omettendo dei nomi ma, come scrivo su una piccola pagina della mia presentazione, ci sono persone che mi hanno l'amore per il cibo e quando ne parlo mi riaffiorano alla mente i loro visi e le loro espressioni ai fornelli.
La naturalezza nel muoversi e nel trasformare un pezzo di carne, un ortaggio, un pesce, in qualcosa di memorabile, di unico.
Le cotolette di zia Ghita, la parmigiana della Signora Iaria, la pasta pizza di mia suocera Carmelina, i rollè del ristorante "da Mimmo", i tartufi di mia zia Rosa, i porcini di "mamma" Campolo, le frittole di festa Madonna....
Cento, mille consigli, anche se non detti ma rubati, credo che il consiglio (l'unico che penso conti) si quello di "sentire" il cibo, imparare a trattarlo come uno strumento che può dare piacere e sensazioni e non un qualcosa da mettere nel piatto.
Anche un semplice piatto di "fusilli al pomodoro" diventa un piatto da Re, se chi li prepara li sta dedicando a qualcuno e ne cura ogni particolare.
Mai paura di sbagliare e mai tirarsi indietro in una sfida culinaria. Ogni insuccesso ed ogni successo siano la base da cui ripartire il giorno dopo.
Il piacere del cucinare è direttamente proporzionale a quello di soddisfare gli "ospiti" a tavola.
Abbiamo intervistato Fausto Morabito Carioti!
Visita il blog: chezmoibyfausto.
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Ciao Fausto Morabito Carioti, raccontaci...
Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?
Lo stimolo è nato da mille sollecitazioni di amici e dal piacere della condivisione, elemento essenziale per un "animale sociale" quale mi ritengo.
Conoscere e divulgare ed arricchirsi delle conoscenze e condivisioni altrui, momenti di confronto e crescita, nulla di meglio.
Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?
Dalle sapienti mani di mio papà Pietro, i cui occhi brillavano quando era in cucina a preparare, tutti i giorni, tornando dal lavoro.
Dalle domeniche, i cui ritmi venivano segnati dai profumi che si spandevano in casa quando mia madre soffriggeva patate, cipolle e guancia di manzo per farne un primo e secondo indimenticabili e, per iniziare a godere della festività preparava una sua versione di zuppa inglese con crema e savoiardi.
Dai profumi del forno a legna e le mani di mia zia Ciccilla che, ogni domenica, preparava maccheroni al ferretto e ragù con carne di capra, mentre le altre donne impastavano il pane ed infornavano anche il biscotto di grano.
Dalla voracità ed il piacere di vivere il cibo come momento di condivisione...
Come definiresti la tua cucina ?
Una evoluzione su solide basi legate alla tradizione, al territorio ed alle eccellenze che meritano di far parte della cucina, assaggiare nuovi sapori ed integrarli con quelli che fanno parte del vissuto.
Perché hai scelto il nome «Chez moi by Fausto» come titolo del tuo blog? Questo titolo ha un significato speciale per te?
E' una forma di ringraziamento ai fornelli che mi hanno "formato", la casa come fucina in cui è nato l'amore per il cibo ed il piacere di stupire gli ospiti e di "viziare" mia moglie Anna.
La "mia casa" intesa come il mio modo di concepire il cibo e servirlo ad ospiti, perchè il piacere di avere ospiti non sia solo tra le mura domestiche ma anche a chi varca la soglia del blog
Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog ?
Mi verrebbe da dire, spontaneamente, la prossima sfida ma, se dovessi fare una piccola "analisi" del mio giovanissimo blog dovrei dire l'essere stato scelto (a seguito di un contest) per una giornata al vinitaly 2014, da una prestigiosa casa vinicola.
Preparare 8 appetizers (dal dolce al salato, con bis di diversi sapori) per oltre 100 persone in un contesto professionale e rimanerne soddisfatto....
Hai delle origini calabresi ed ora ti trovi a Brescia. Nel tuo blog racconti che il trasferimento al nord ti ha permesso di conoscere nuovi sapori e una nuova cucina. Cosa ti ha marcato di più della cucina del nord?
Non posso nascondervi che arrivare a Brescia nel 1983 è stato un piccolo trauma, per mille motivi ma, la mia indole e la mia voglia di rapportarmi con un nuovo ambiente mi ha fatto scoprire che anche uno "spiedo" potesse essere un'esperienza e che alcune semplici verdure (verze, coste, barba di frate,rucola, songino ....) rappresentavano nuovi sapori. Che non avere mai assaggiato un "Franciacorta" ed averlo a portata di mano e farlo diventare uno dei mie preferiti al pasto sia stato uno dei "passaggi obbligati", come il gustare rane fritte o una polenta taragna e mille altri nuovi sapori.
La fantasia, la creatività e la curiosità sono i tuoi valori culinari. Dove e come trovi l'ispirazione per trovare sempre nuove idee?
Nella mia esperienza personale la creatività ha sempre avuto un ruolo importante, ho qualche trascorso artistico ed amo improvvisare e cercare di stupire.
Non ho una formazione tecnica di base e la spontaneità è l'elemento su cui si basano molte mie azioni, anche in cucina..., mi capita di essere davanti al banco pesce ed avere voglia di preparare una cenetta "per uno" (anzi per UNA), ed ecco che chiamo mia moglie e le dico:"stasera va bene pesce?"
Il resto è legato a cosa vedo, immagino e mi ispira.....
Un paio di componenti in più sono i colori e le consistenze, in questo periodo e dico così perché, anche in cucina, le "variazioni" sono legate a periodi e nuovi prodotti che si incontrano, per darvi un'idea... ultimamente amo usare molto il pistacchio di Bronte.
Le tue foto sono magnifiche : che consiglio daresti ai nostri lettori per riuscire a fare delle belle foto ?
Credo che la fotografia sia frutto di mille tentativi ed esperimenti, ho appena scritto (ad un ragazzo conosciuto su un gruppo FB) che per migliorare si deve provare e riprovare, cambiando condizioni di luce, aperture di diaframma e cercando di fare in modo che la fotografia renda un piatto "goloso", con i dettagli che l'occhio non vede quando lo porti in tavola (se la voglia di assaggiarlo vince sul desiderio dei particolari).
Iniziare a fotografare pomodori, insalate e piatti vuoti, fino a cominciare a capire che quella luce e quell'angolo rendono l'immagine che piace a noi.
In una sezione del tuo blog dedichi un piccolo spazio alle persone della tua famiglia che più hanno marcato il tuo modo di vivere la cucina. Quali sono i consigli che ti sono stati dati e che sono rimasti impressi nella tua mente fino ad oggi?
Farei un torto omettendo dei nomi ma, come scrivo su una piccola pagina della mia presentazione, ci sono persone che mi hanno l'amore per il cibo e quando ne parlo mi riaffiorano alla mente i loro visi e le loro espressioni ai fornelli.
La naturalezza nel muoversi e nel trasformare un pezzo di carne, un ortaggio, un pesce, in qualcosa di memorabile, di unico.
Le cotolette di zia Ghita, la parmigiana della Signora Iaria, la pasta pizza di mia suocera Carmelina, i rollè del ristorante "da Mimmo", i tartufi di mia zia Rosa, i porcini di "mamma" Campolo, le frittole di festa Madonna....
Cento, mille consigli, anche se non detti ma rubati, credo che il consiglio (l'unico che penso conti) si quello di "sentire" il cibo, imparare a trattarlo come uno strumento che può dare piacere e sensazioni e non un qualcosa da mettere nel piatto.
Anche un semplice piatto di "fusilli al pomodoro" diventa un piatto da Re, se chi li prepara li sta dedicando a qualcuno e ne cura ogni particolare.
Un' ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?
Mai paura di sbagliare e mai tirarsi indietro in una sfida culinaria. Ogni insuccesso ed ogni successo siano la base da cui ripartire il giorno dopo.
Il piacere del cucinare è direttamente proporzionale a quello di soddisfare gli "ospiti" a tavola.
Grazie Fausto Morabito Carioti per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Federica - 18/04/2014
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