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lo studio
Due ricerche americane (il Nurses Health Study e l'Health Professionals Follow up Study) hanno coinvolto in tutto 132 mila partecipanti, composti per il 65% da donne dell'età media di 49 anni.
Gli studi, condotti per 32 anni, hanno monitorato le abitudini alimentari dei soggetti sulla base della compilazione di questionari da parte degli stessi.
Sono stati presi in considerazione anche i fattori di rischio come l'alcol, il sovrappeso, il fumo e la sedentarietà, con l'obiettivo di arrivare a determinare in quale misura un'alimentazione a base di proteine animali o vegetali influenzi la salute delle persone e possa determinare una maggiore incidenza della mortalità.
Dagli studi risulta che l'aumento del 10% di proteine animali sull'alimentazione quotidiana ha portato a un incremento del 2% del rischio di mortalità per varie cause, e dell'8% della mortalità per patologie cardiovascolari.
Al contrario, con il consumo di alimenti proteici vegetali si è riscontrata una riduzione del 10% della mortalità per varie cause ed addirittura una riduzione del 12% sulla mortalità per malattie cardiovasccolari.
Con la sostituzione del 3% delle calorie derivanti da proteine animali, e sostituendole con proteine vegetali si avrebbero benefici sulla longevità e la salute dei consumatori.
Quali sono queste proteine?
Il maggiore apporto deriva dai legumi, come fagioli di tutte le qualità, lenticchie e ceci, piselli, lupini e fave . Inoltre, tutti i derivati della soia- dal latte e yogurt di soia, al tofu, al tempeh (un alimento ricavato dalla fermentazione dei semi di soia ), fino alle proteine vegetali.
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