Le aragoste
I crostacei sono degli artropodi con cinque paia di zampe, ricoperti da uno strato di chitina a volte calcificata (scheletro esterno).
Le parti del corpo
Il corpo è diviso in due parti: cefalotorace e addome, che vengono comunemente detti testa e coda.
Il cefalotorace, ovvero l’insieme della teste e del torace, forma un carapace rigido che ospita oltre alle cinque paia di arti per la deabulazione, gli occhi, due paia di antenne dette antennule e la bocca.
L’addome è costituito da sei segmenti articolati dotati ciascuno di un paio di arti addominali. Le prime cinque paia sono funzionali alla femmina per custodire le uova.
Gli arti addominali dell’ultimo segmento, il telson, sono allargati a forma di paletta, come una pinna natatoria caudale (tranne nei granchi, il cui addome è ridotto e ripiegato sotto il carapace).
Nelle aragoste, la femmina ha due arti sottili e molli dopo il cefalotorace, questo è uno degli indizi per distinguere il maschio dalla femmina. Come per tutti i crostacei, scegliete una femmina la cui carne è più pregiata.
Come sceglierle
Al momento dell’acquisto, osservate attentamente l’aspetto dell’animale: dev’essere vivo e non apatico e amorfo!
Controllate anche le antenne: se sono corte, significa che l’animale ha vissuto per lungo tempo in un acquario dove si è scontrato con i suoi simili, pertanto la carne è molle e l’animale non è in carne.
Controllate anche il carapace: se è cosparso di piccole conchiglie o di tracce di conchiglia, non rifiutatevi di acquistare l’aragosta, in quanto è un segno que il carapace è anziano, non ha cambiato muta di recente pertanto l’aragosta è in piena salute e in carne. Difatti dopo la muta gli animali sono indeboliti e smagriti.
L’aragosta viene degustata cotta, ma non bisogna esagerare con la cottura per non rendere la carne gommosa. Non è semplice conservare correttamente l’aragosta una volta cotta, pertanto è consigliabile lasciarla in vita e cucinarla all’ultimo momento.
I CONSIGLI DELLO CHEF
Non acquistate mai un’aragosta morta, la carne diventa velocemente molle e rischia di diventare tossica.
In cucina
L'aragosta è generalmente un crostaceo per le grandi occasioni e per le feste natalizie.
Data la delicatezza delle sue carni, l'aragosta si mangia semplicemente bollita e accompagnata da una maionese leggera fatta in casa, oppure condita con olio e limone.
Per un menù della vigilia di Natale, potrete servire l'aragosta come secondo, preceduta da gnocchi di patate al forno oppure gnocchi al pesto, gamberetti e pinoli, o ancora da un risotto alla pescatora in crosta di pane.
Per utilizzare l'aragosta in altre preparazioni, essa si presta per la farcia delle crespelle, come le caramelle nere all'aragosta.
Scopri gli altri articoli della Tribù!
Tecniche di cucina
E dopo i tovaglioli a forma di coniglietti, ecco come realizzare dei simpatici tovaglioli a forma di pesciolino, perfetti per una festa a tema, una cena al mare o, semplicemente, per il primo di aprile!
Commenta questo articolo